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martedì 28 Gennaio 2020 - h 21.00

Bartali, il campione e l’eroe

Ubaldo Pantani

“Bartali, il campione e l’eroe”
descrive la storia di quel ciclista che durante la Seconda Guerra Mondiale sfruttò la sua popolarità
prestandosi a fare la staffetta per un’organizzazione che cercava di salvare gli ebrei dalla
persecuzione nazi fascista.
“Ginettaccio” fu in vita un indiscusso campione sportivo, protagonista del leggendario duello con
l’amico-nemico (ma solo in gara) Fausto Coppi e per molti storici fu addirittura in grado di
“risollevare il morale” all’Italia intera, quando nel 1948, ormai considerato un “campione al
tramonto”, vinse il Tour de France.
“ Gino il Giusto” che invece salvò dalla deportazione nazifascista centinaia di rifugiati nei conventi
di Assisi, portando loro documenti falsi nascosti all’interno della canna della sua bicicletta, e che
agiva secondo il principio “il bene si fa ma non si dice”, non fu conosciuto in vita e la sua storia da
“Eroe” emerse solo dopo la morte.
Integralista del bene, straordinario campione ed eroe silente, hombre vertical, antifascista schietto e
coraggioso cristiano, Bartali è stato definito un autentico protagonista del ‘900, tanto da essere
inserito come tema di italiano alla recente Maturità.

Ubaldo Pantani, conosciuto principalmente come attore e trasformista in Tv ( QuelliCheIlCalcio,
Macao, Convenscion, Glob), è stato allievo di Giorgio Albertazzi al Laboratorio d’Arti Sceniche di
Volterra, è Co-direttore del Teatro di Collesalvetti -città della Lirica- dove ha ideato con il Maestro
Mario Menicagli il talent Open Opera e continua a coltivare la sua passione per il teatro e la per la
Storia portando in scena spettacoli di carattere storico che interpreta in maniera unica e originale.

PANTANI RACCONTA BARTALI
Pantani che racconta Bartali lo so, è un paradosso ma se mi fossi chiamato Coppi sarebbe stato
peggio, no? Mi chiamo Pantani e non sono parente. Lo dico con il rammarico di non essere riuscito
nemmeno a conoscerlo il Pirata e averci magari scherzato un po’ sulle bizzarrie dell’omonimia.
Ma da buon toscano, il ciclismo l’ho comunque respirato fin da bambino: con i miei “andavo dietro
alle corse” della squadra di dilettanti di un amico di famiglia; d’estate con la mia prima bici da
corsa, facevo sempre la Ponteginori-Querceto per raggiungere il paese dove abitava il mio nonno,
tifosissimo di Coppi. Nella libreria di casa mia, invece, troneggiava il libro di Bartali. Che avevo
anche visto! Quando il Giro d’Italia fece tappa a Cecina mi feci fare una dedica sulla celebre foto
del passaggio della borraccia con Coppi!
Pur essendo impegnato in tv perlopiù come comico imitatore, sono poi un grande appassionato di
Storia, ho fatto numerosi reading di teatro civile, e da anni conduco lo speciale per il Giorno della
Memoria per Rai2. Quando dunque nell’estate del 2015, un dirigente mi comunicò che quell’anno il
documentario l’avremmo fatto su Bartali, fui felicissimo.
Anche se la storia segreta di Bartali che avremmo raccontato nello speciale, per cui era stato
riconosciuto come Giusto tra le nazioni, raccontata anche nella fiction televisiva alcuni anni prima,
ammisi di conoscerla solo superficialmente.
Che questo spettacolo ce lo avessi nel destino, però me ne accorsi non appena il produttore mi fece
il nome di uno dei personaggi chiave della storia: quello che fino a quel momento era per me
soltanto un quadro appeso in casa dei miei, ovvero Il cardinale Dalla Costa. Quel ritratto con lo
sguardo severo, che io avevo battezzato “il prete incazzato in corridoio”, fu in realtà tassello di un
mosaico che si sarebbe composto pian piano. Il primo di una serie di “segnali” che mi hanno fatto
capire quanto sia legato a questa storia e che hanno certificato che il mio destino sia quello di
raccontarla a quante più persone possibile, in tv, a teatro, nelle scuole, ovunque.
E così sono partito. Prima ho letto il libro che ha scritto suo figlio Andrea, che ho intrecciato con i
racconti e i ricordi di quei tempi del mio babbo, poi tutti i libri che ho trovato su Bartali. Sono
andato nei suoi luoghi, ho raccolto tutto il materiale possibile, cercato aneddoti da chi l’ha
conosciuto di persona. Insomma, in questi 4 anni di lavoro e altrettanti studi teatrali, posso dire di
aver fatto la gamba. Mi sono appassionato così tanto che ora quando sento rammentare Bartali, mi
giro: eccomi!
Cosa volete sapere? Questa storia, mi si è appiccicata addosso. Bartali mi si è attaccato alla ruota. E
staccarlo, anche volendo, non è facile.